domenica 17 febbraio 2008

AVVIAMENTO ALLA SCRITTURA 3


3. REVISIONE


La revisione è un processo continuo durante la stesura dell’elaborato.

Nella RILETTURA DI QUANTO SCRITTO, interrogatevi su un livello per volta:
1. è ben articolato e chiaro quello che ho detto? Rispetta la mia pianificazione? Ho scritto cose inutili?
2. I connettivi segnalano correttamente i vari passaggi logici?
3. La sintassi è corretta o tortuosa?
4. L’ortografia è corretta?
5. La punteggiatura è corretta?

CORREZIONE
Ricordate che è possibile correggere in bella l’ortografia, la punteggiatura e i connettivi.
La sintassi e la paragrafazione vanno controllate prima di trascrivere in bella!

Qui di seguito trovate un pro-memoria di ortografia...Fatene buon uso!


Ortografia

Troviamo ci + e :
cieco, cielo, deficiente, efficiente, sufficiente, deficienza, efficienza, scienza, scientifico, scienziato, sufficienza, prospiciente, società, socievole, specie, superficie,
e in tutte le parole in cui la c è seguita dal suffisso –iere, iera, come panciera, artificiere, arciere…

Troviamo gi + e in due parole: effigie ed igiene


ACCENTO

Nei monosillabi di norma non c’è l’accento: con, per, tram, re, blu, tre, fa, fu, so, sa, sta, sto, va, me, te, mi, ti, gli, lo, vi, ci, o, ma, no, qui, qua
ECCEZIONI: più, può, ciò, già, giù, dà, là, lì, né, sé, tè, è.

Dimenticavo: non c’entra niente con l’accento, ma ha = voce del verbo avere terza pers. sing.; a preposizione. Hanno = voce del verbo avere, terza pers. pl.; anno = 365 giorni

TRONCAMENTO
Con un, qual, buon, alcun, nessun, signor, dottor, professor + maschile MAI L’APOSTROFO. Es. un amico (maschile), un’amica (femminile)
Nessun uomo, nessun sentimento
qual è il significato (maschile)?

Dubbi Linguistici

Raddoppiamento nei composti
Raddoppia la prima consonante del secondo elemento nelle parole composte il cui primo elemento sia
a, chi, da, e, fa, fra, là, né, o, più, se, sì/così, su, sopra, sovra, contra

Addio (a+ Dio) Chissà (chi + sa), dapprima (da + prima) ebbene (e+bene) fannullone (fa+ nulla) frattanto (fra + tanto) laggiù (là + giù) nemmeno (né + meno) oppure (o+ pure) piuttosto (più + tosto) semmai (se+mai)
cosiddetto (così+detto) succitato (su+citato) soprannome (sopra + nome), sovrapporre (sovra + porre) contraffare (contra + fare)


Maiuscole/minuscole
Si usa la maiuscola:
dopo il punto fermo, interrogativo, esclamativo, all’inizio di un discorso diretto
coi nomi propri, Dio delle religioni monoteistiche
Es. Dio, aiutami!
Il dio Anubi
con gli etnici quando non siano aggettivi o aggettivi sostantivati
Es. Gli Italiani, i Milanesi
MA Ho viaggiato con una francese; mi piace la lingua francese
negli indirizzi
Es. Via Mazzini, Piazza Cavour
nelle cariche istituzionali: il Presidente del Consiglio
nella corrispondenza: egregio Dottor..
per indicare i secoli, periodi storici, eventi: il Risorgimento, l’Ottocento, il Quarantotto
per indicare la Chiesa come istituzione
Es. La Chiesa condanna l’omicidio
Vado in chiesa (luogo di culto)
titoli di libri, opere d’arte, testate di quotidiani
Es. I Canti del Leopardi, la Pietà di Michelangelo, Il corriere della sera (quando il titolo è costituito da un sintagma=più parole, meglio in maiuscola solo la prima parola: I promessi sposi; tuttavia, l’uso è oscillante)


Uso di Gli, loro, le
Gli = a lui Mario ti ha offeso: rispondigli per le rime
Le = a lei C’è Lucia al telefono: rispondile
loro = a loro I ragazzi sono preoccupati: hai detto loro di non agitarsi?

Punteggiatura
Il discorso parlato è introdotto da pause più o meno lunghe e colorito da intonazioni. La punteggiatura è lo strumento con cui pausiamo e registriamo le intonazioni nel testo scritto.

. = punto fermo: chiude un periodo.

; = meno forte del punto fermo, più forte della virgola. Chiude un periodo breve legato dal senso al successivo, o preannuncia una frase in contrasto (tuttavia, però, invece, d’altronde) con la precedente
Es. Non ho fame; tuttavia, mangerò qualcosa per farti compagnia.

: = due punti. Introducono un discorso diretto o la spiegazione di quanto appena enunciato
Es. Ci aspettano due difficoltà: la ripidità della parete e la scarsezza delle informazioni

? = intonazione interrogativa. Es. Che fai?

! = intonazione esclamativa (da usare con parsimonia) o imperativa. Es. Fallo!

- = trattino. Collega due termini. Es. guerra franco-asburgica

«» = le virgolette basse sono le più corrette per un discorso diretto

“” = le virgolette alte pongono in rilievo una parola nuova o strana nel contesto in cui si trova. Es. Agli “hippy” sono subentrati i “punk”

… = puntini di sospensione. Tre. Si mettono alla fine di un’espressione incompiuta

, = virgola si pone fra più termini coordinati, sostituendo o rafforzando alcune congiunzioni.
Es. Non approvo, ma comprendo le tue azioni. Caramelle, dolci e fumo sono dannosi per i denti.
I compagni che erano stanchi non lo seguirono = quelli stanchi non lo seguirono
I compagni, che erano stanchi, non lo seguirono = nessuno lo seguì
Tutti quelli che, con la loro forza, ci hanno aiutato, avranno un premio

ATTENZIONE: mai la virgola tra soggetto, verbo e complemento vicini, a meno che non vi siano frapposti altri complementi o il soggetto sia seguito da un verbo all’imperativo
NO Mario scrive, una poesia
SI Mario, scrivi una poesia! Mario, ottimo allievo, scrive una poesia


Uso del congiuntivo nelle proposizioni subordinate

Si usa il congiuntivo:

In alcune subordinate dichiarative
Ø negative Non affermo che sia vero


Ø Nelle frasi dipendenti da verbi di supposizione, dubbio, esortazione, credere, non dubitare, ritenere, sospettare, sperare, sembrare
Spero che sia vero
Non dubito che tu dica il vero


Ø In dipendenza da verbi che indicano certezza si usa l’indicativo (o il condizionale)
Affermo che è vero
Dichiaro che è vero
Dichiaro che potrebbe essere vero


In tutte le proposizioni finali Scrivo affinché tu ti tranquillizzi


in tutte le concessive Benché tu sia in buona fede, hai sbagliato


in alcune temporali in riferimento al presente/futuro
Prima che ti scotti spegni la fiamma!

nella protasi del periodo ipotetico della possibilità e dell’irrealtà
Se studiassi saresti promosso
Se fossi un albero sarei un abete
MAI: se studierei sarei promosso: ORRORE

in subordinate introdotte da
Ø dovunque Dovunque tu vada sarai solo
Ø purché, qualora Ti aiuterò purché mi ascolti
Ø sia che…sia che Non ti ascolterò, sia che tu gridi, sia

che tu pianga
Ø come se, quasi che Parlerò come se mi ascoltassi
Ø senza che, a meno che, tranne che non te ne andrai senza che tu
abbia imparato a scrivere

AVVIAMENTO ALLA SCRITTURA 2


2. TRASCRIZIONE


ORGANIZZAZIONE DEL TESTO

COSTRUZIONE DEI PARAGRAFI SVILUPPANDO I PUNTI DELLA SCALETTA



Il paragrafo sviluppa un’idea, un punto della scaletta

Es: SCALETTA

1. Introduzione e definizione di bullismo
2. Come si manifesta il fenomeno (esempi dalla cronaca)
3. Ceto sociale del bullo (non necessariamente è una persona disagiata)
4. Cause del fenomeno…
5. Conseguenze sociali del fenomeno…
6. Proposte di soluzione…
7. Conclusione

L’elaborato sarà costituito di 7 paragrafi.

Paragrafo: porzione di testo che sviluppa un argomento specifico.
Unità informative: le singole frasi, che si collegano in periodi. Più unità informative su uno stesso argomento costituiscono un paragrafo.

Il paragrafo è spesso segnalato graficamente nella stampa: di solito l’inizio è indicato da un rientro (spazio vuoto di 5-7 caratteri).Un paragrafo può anche non essere segnalato; in ogni caso, ciò che lo distingue è l’essere un’unità concettuale, coerente, che trasmette informazioni su un unico argomento specifico.
Sta quindi al lettore riconoscerlo.


Come trasformare un punto della scaletta in un paragrafo?
L’idea del paragrafo va espansa attraverso esemplificazioni, spiegazioni, dimostrazioni, descrizioni ecc.

Es: espansione del punto 3 (con dimostrazione ed esemplificazione)
Spesso si è portati ad identificare il bullo con il ragazzo “difficile”, con alle spalle una situazione famigliare ed economica di profondo disagio. Tuttavia, i recenti episodi registrati dalla cronaca hanno per protagonisti ragazzi “bene”, di ceto sociale medio-alto. Ad esempio, l’aggressione… ”



Tipi di paragrafo

Esistono alcuni tipi di paragrafo, “specializzati” in diverse funzioni (introdurre, concludere, esemplificare, confrontare ecc.).


Paragrafo introduttivo


- Citazione: può trattarsi di un proverbio, di qualche verso di un poeta [...]. È importante che il contenuto della citazione sia ben collegato con l’argomento del testo.
- Domanda: utilizza la forma interrogativa per porre un problema i cui aspetti verranno trattati nel testo che segue.
- Analogia: instaura un confronto fra il tema dello scritto e un’altra situazione [...]. Poi lo scritto svilupperà comunque il proprio argomento, lasciando all’elemento di confronto scelto unicamente il
ruolo di attirare l’attenzione iniziale del lettore.
- Sintesi/inquadramento: presenta il problema o l’argomento trattato nel testo e ne dichiara l’importanza e l’attualità.
- Con aneddoto: utilizza un fatto, una storia, delle informazioni curiose o imprevedibili per attirare e coinvolgere il lettore.
- Con frasi brevi: stile giornalistico, frammentario, brevi affermazioni a effetto, poche parole alle volte senza un verbo, spesso seguite da una ripresa che dà spiegazioni.


Paragrafo ricapitolazione-conclusione

La frase topica indica che quanto segue va inteso come sommario di quanto precede; in breve il paragrafo riassume prove a favore o contro una determinata argomentazione e per questo si usa soprattutto per concluderla.
Conclusione: in questa sede ci si congeda traendo delle conclusioni personali/ ribadendo la vostra opinione/ribadendo la complessità del problema
Esempio:


Arrivati a questo punto, dobbiamo dire che la decisione non è facile. Chi ha a cuore la salvaguardia dell’ambiente naturale ha certo ragione a dire che la nuova autostrada farebbe scempio di un paesaggio da secoli considerato fra i più belli d’Italia. D’altra parte si è visto che le ragione economiche dell’iniziativa sono importanti: essa potrebbe ridare vitalità a una zona in crisi. Il dibattito sarà probabilmente ancora lungo.




I CONNETTIVI TESTUALI


I passaggi da un capoverso ad un altro e da un paragrafo ad un altro sono segnalati da parole o gruppi di parole (preposizioni, congiunzioni, pronomi, sinonimi, avverbi, agg. numerali, locuzioni ecc.), detti connettivi. Essi hanno anche la funzione di indicare i rapporti fra fatti e concetti all’interno dello stesso capoverso. Questi rapporti possono essere di causa ed effetto, di prima e dopo, di confronto…

ES:

La teoria della ricezione sposta l'attenzione dello studioso dal testo al lettore, più che l'emittente o l'opera pone dunque in primo piano il destinatario. Non si tratta tuttavia del destinatario singolo, che leggendo il testo coopera alla formazione del senso, ma di un destinatario, per così dire, ideale o socializzato. […]
Idea centrale della teoria è quella di «orizzonte di attesa». I lettori di una certa epoca prendono contatto con l'opera orientando la loro lettura secondo certe "attese", basate sulla conoscenza del sistema proprio della loro epoca. Un'opera particolarmente originale tenderà naturalmente a eludere le attese, ma potrà imporsi e divenire componente essenziale dell'«orizzonte di attesa» dei futuri lettori. Compito dello studioso di letteratura è dunque quello di ricostruire in maniera oggettiva l'«orizzonte di attesa» di una certa epoca.



Alcune funzioni dei connettivi:

Per segnalare l’ ordine spaziale:
sopra, sotto, da un lato, in alto, in basso, davanti, dietro, all’interno, all’esterno

Per enumerare concetti:
in primo… in secondo luogo, innanzitutto, poi, infine, intanto… ancora… inoltre… infine

Per esemplificare:
per esempio, in particolare, così, un’illustra-zione di ciò che si è affermato finora proviene da…

Per spiegare:
infatti, cioè, vale a dire, ovvero, in altre parole

Per limitare quanto affermato:
per quanto, eccetto che, a meno che

Per avversare più o meno marcatamente quanto appena enunciato: ma, anzi, al contrario, tuttavia, eppure, invece (posposta alla parola), invero, in verità, veramente, a dire il vero

Per concludere un ragionamento o indicare una conseguenza: quindi, di conseguenza, pertanto, sicché, dunque, perciò, insomma, infine, per concludere…

Per congiungere frasi e parole: anche, inoltre, nondimeno, per di più….

Per affermare o ribadire un concetto: certamente, senza dubbio, sicuramente, infatti

Per disgiungere due termini o frasi: o, ovvero, oppure

Per esprimere la causa di quanto affermato: perché, poiché, dal momento che, giacché, siccome, per il fatto che, dato che, visto che, in quanto

Per esprimere rapporti temporali: quando, nel frattempo, intanto, poco dopo, allorché, allorquando, ogniqualvolta, appena che, dopo che, in seguito, nel momento che, nell’istante in cui, mentre, quand’ecco, dopo che, finché….

Per esprimere le condizioni: se, se però, tranne che, a meno che, qualora, purché, fintanto che…

Per esprimere una concessione: benché, quantunque, anche se, nonostante, sebbene, seppure, ancorché, malgrado, per quanto, ammesso che, concesso che, posto che….

E ADESSO... PROVATE UN PO' VOI!

Nel seguente paragrafo, le frasi anticipate da C vanno collegate a quelle precedenti per mezzo di connettivi, che potrai collocare all’inizio oppure più avanti. Se necessario, adatta la forma delle frasi.

Le macchine prodotte ed utilizzate nella prima rivoluzione industriale erano pesanti, ingombranti, costose ed alimentate da impianti per la produzione di energia-vapore non meno massicci. (C) Il loro impiego non era pensabile che in una fabbrica o in un laboratorio. (C) L’invenzione e la produzione di macchine per uso domestico rappresentò una rivoluzione nella rivoluzione, aprendo alla produzione industriale un mercato potenzialmente coincidente con l’insieme dei nuclei familiari e gettando le premesse per un radicale mutamento della qualità della vita, soprattutto delle donne. (C) Non dimentichiamo che tale processo, avviatosi nella seconda metà dell’Ottocento, è giunto a maturazione solo negli ultimi 30 o 40 anni con la diffusione capillare degli elettrodomestici.

Il seguente testo è stato trascritto eliminando i capoversi.

a) Dividere il testo in paragrafi e dare loro un titolo che ne sintetizzi il contenuto;
b) sottolineare i connettivi testuali;
c) trascriverli in un elenco e indicarne la funzione.

Si è detto […] che scrivere non è parlare. Vale la pena di soffermarsi su questa affermazione, che possiamo considerare come una premessa indispensabile a tutto quanto si dirà in seguito. Le differenze fondamentali fra le due modalità di comunicazione, dalle quali discendono a cascata tutte le altre, riguardano, da un lato, le forme espressive in cui esse prendono corpo materialmente, dall’altro, il contesto e i modi in cui si realizzano. Possiamo osservare, a questo proposito, che mentre il discorso orale si serve del canale uditivo, quello scritto utilizza il canale visivo; che la comunicazione orale ha un destinatario compresente, visibile e compartecipe, mentre la scrittura, che è una comunicazione differita, è elaborata in assenza del destinatario, così che viene a mancare la retroazione comunicativa dell'interlocutore; che il discorso orale, infine, è temporaneo, mentre quello scritto è permanente. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’uso di diversi canali è alla base delle macroscopiche differenze che si registrano sul piano del materiale costitutivo dell’espressione, che è fonico-acustico da un lato, grafico dall’altro. Non si tratta, peraltro, di mere alternative formali, per cui ai suoni del parlato corrisponderebbero puntualmente i grafemi della scrittura, e alla prosodia orale i segni di punteggiatura. A parte il fatto ben noto che nella omologazione semplicistica dei due sistemi risiede la causa di molti errori di scrittura (pensiamo in particolare all’ortografia), ciò che sembra più importante rilevare è che nel discorso scritto manca una serie di elementi para-linguistici che sono invece fondamentali nella oralità: il ritmo, 1'intonazione, le pause, il particolare «fraseggio», il timbro vocale, l’intensità, i gesti e le posture, eccetera. Essi sono al servizio soprattutto dell'espressione degli stati d'animo del parlante, e legano il linguaggio al particolare momento e contesto del parlare. Priva di questi fattori, che possono essere sostituiti solo in parte dalla punteggiatura (alla quale vanno riconosciute, peraltro, altre e più specifiche funzioni), la scrittura deve svincolarsi perciò dal qui e ora, e assumere una distanza nel tempo e nello spazio rispetto ai contenuti affrontati. La diversa realizzazione sostanziale, insomma, concorre a determinare modi differenti di situarsi di fronte all'esperienza. Non meno dense di conseguenze sono le diversità sul piano delle modalità comunicative e del contesto. Nel parlato si possono osservare le reazioni dell'interlocutore e si tien conto degli stimoli verbali o gestuali che questi introduce nella conversazione, operando, in relazione a tutto ciò, rettifiche e spostamenti tematici. Chi scrive, invece, è privo di un feedback immediato da parte del destinatario. Deve perciò organizzare e controllare lo sviluppo del testo, prevenendone il fraintendimento attraverso procedure linguistiche e testuali che possano compensare l'assenza di interventi collaborativi, e governare da solo la costruzione tematica. Uno dei maggiori problemi di chi impara a scrivere sta proprio nel passaggio da un sistema di produzione linguistica (quello orale) supportato da un partner conversazionale, a un sistema che deve essere in grado di funzionare da solo, senza attendere sollecitazioni dall'esterno.

(M. Della Casa, Scrivere testi. Il processo, i problemi educativi, le tecniche, Firenze, La Nuova Italia, 1994, pp. 5-7)



LESSICO E STILE

Per stile intendiamo:
- Scelta e uso del lessico
- Registro adeguato


Vediamo ora un altro importante aspetto inerente alla trascrizione: il lessico, cioè la scelta delle parole.

Distinguiamo fra
- Lessico connotato: oltre a definire oggetti, persone, concetti, evoca, intorno ad essi, emozioni e
sensazioni. E’ molto usato nel parlato.
- Lessico neutro ovvero denotativo, cioè privo di coloriture emotive, che privilegia una
comunicazione neutra, volta più a trasmettere informazioni che a suggerire commenti.

Consigli per le scelte lessicali e di registro:
- Usare un registro preferibilmente formale (quello adottato nei libri di testo)
- Evitare l’uso di espressioni colloquiali tipiche del parlato
- Evitare frasi fatte e stereotipi linguistici
- Evitare ‘parole-ombrello’ generiche (cosa, faccenda)
- Eliminare le parole superflue e le ripetizioni (servirsi di sinonimi)
- Eliminare i giri di parole
- Limitare i termini stranieri se non sono indispensabili



CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E MORFOSINTATTICA

Frasi e periodi devono essere sintatticamente corretti:

nelle frasi l’ordine delle parole è soggetto-verbo-complemento, il tema non è trascrizione del parlato!
es. L’ho vista ieri, la partita va corretto in Ieri ho visto la partita.

Attenzione alla coerenza dei tempi (si scrive al presente o al passato)

Attenzione alla saturazione dei periodi: troppi “che”, “e”, “come” sovraccaricano il discorso rendendolo poco naturale ed elegante

Attenzione ai congiuntivi

Attenzione all’ortografia

Attenzione alla punteggiatura

Servitevi dei connettivi testuali per legare ed evidenziare le relazioni fra ciò che enunciate

sabato 16 febbraio 2008

AVVIAMENTO ALLA SCRITTURA


«Si può insegnare a scrivere?». Sì, purché si eviti al principiante di “fare in un singolo atto complesso ciò che la persona abile fa in pezzi”.

Di seguito troverete un percorso per avviarvi nel difficile processo della scrittura: buona lettura!



La scrittura è un processo caratterizzato da 3 fasi ben precise:

1. PIANIFICAZIONE: COSA SCRIVO?

GENERAZIONE DELLE IDEE

ORGANIZZAZIONE DELLE IDEE (scaletta)



2. TRASCRIZIONE: COME SCRIVO?

ORGANIZZAZIONE DEL TESTO
LESSICO E STILE
CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E MORFOSINTATTICA



3. REVISIONE: E’ CORRETTO CIO’ CHE HO SCRITTO?

RILETTURA DI QUANTO SCRITTO
CORREZIONE


N.B. Non scrivete mai di getto e direttamente in bella copia!



1. PIANIFICAZIONE

GENERAZIONE DELLE IDEE

Riflettete a lungo sulla traccia per individuare nettamente l’argomento e reperire le idee. A seconda del titolo, vi potete aiutare con diverse strategie:

Titoli - scaletta: sono i più semplici, e offrono indicazioni dettagliate sugli aspetti da trattare fino a fornire una traccia dello scritto.

Es.: Si discute molto sul tema della caccia: se lasciarla libera, regolamentarla rigidamente o abolirla del tutto. Qual è la tua opinione?

sottolineate le parole chiave, parole pregnanti che vi guideranno nell’argomentazione del tema:
Si discute molto sul tema della caccia: se lasciarla libera, regolamentarla rigidamente o abolirla del tutto. Qual è la tua opinione?

a questo punto, la scaletta è già fatta:
o Introduzione sul tema della caccia
o Opinione dei sostenitori della caccia
o Opinione di coloro che vorrebbero regolamentarla
o Opinione degli abolizionisti
o Il mio parere e conclusione


Titoli - stimolo: suggeriscono un argomento in modo generale, lasciando a chi scrive l’interpretazione e la scelta degli aspetti da trattare. Questi titoli richiedono, rispetto ai precedenti, un lavoro di ricerca di temi da sviluppare.

Es.: L’Italia e gli immigrati

Potete fare una lista disordinata di idee e poi raggruppare quelle pertinenti in una scaletta:

Es: L’Italia e gli immigrati

tra l’inverno e la primavera del ’91 sono entrati in Italia migliaia di albanesi
attriti nelle città tra i cittadini e i baraccati immigrati (in tendopoli o in roulotte)
difficoltà di molti a trovare lavoro
nelle città molto diffuso il fenomeno di chiedere soldi ai semafori agli automobilisti, previo lavaggio dei vetri
a diversi cittadini è successo di scoprire che la loro automobile era diventata la casa di un immigrato
alcuni vivono vendendo per le strade: sigarette, monili, oggetti di contrabbando
alcuni lavorano nelle campagne, negli altiforni
fanno spesso lavori che gli italiani rifiutano
vengono in gran parte dall’Africa
la popolazione italiana in genere aperta e disponibile fin quando non si ledono i suoi interessi
contro di loro lotta dei negozianti della zona per ragioni di mercato
scarsa integrazione con la popolazione
le reazioni della gente raramente sono state di tipo razzistico
il governo italiano ha fatto delle sanatorie per mettere in regola molti stranieri (cercare informazioni sulle leggi)
difficoltà dell’Italia ad offrire casa, lavoro e servizi a costoro (quando lo fa, protesta degli italiani in attesa)
cercare quanti sono.


Raggruppate in seguito gli elementi in una lista ordinata o in una mappa che completi le informazioni e la scaletta è fatta:


Chi sono gli immigrati
Significato del termine ecc
.

Le cause di queste migrazioni
I paesi del Terzo Mondo non offrono lavoro ecc.

Le reazioni degli italiani
Rare reazioni razzistiche ecc.

Problemi che gli immigrati incontrano in Italia
Molti non trovano lavoro o vivono di espedienti (lavano i vetri delle macchine, vendono oggetti per le strade: sigarette, monili, articoli di contrabbando o contraffatti) ecc.

Soluzione ai problemi degli immigrati
Ci si sforza di farli integrare ecc.


Titoli - citazione: lanciano un argomento attraverso citazioni di autori più o meno famosi, proverbi o espressioni ad effetto.

Es.: «La vita dell’uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi». (Emilio Cecchi)

Dovrete innanzitutto capire il significato dell’affermazione, poi svolgere la vostra idea che può anche contrastare con quella proposta. Anche qui, la lista disordinata di idee è il punto di partenza.


ORGANIZZAZIONE DELLE IDEE

Dopo il reperimento delle idee, progettate la stesura attraverso la scaletta:


Ø a lista: un pro-memoria di lavoro (es. scaletta sulla caccia)

o Introduzione sul tema della caccia
o Opinione dei sostenitori della caccia
o Opinione di coloro che vorrebbero regolamentarla
o Opinione degli abolizionisti
o Il mio parere e conclusione

Ø per frasi (es, scaletta immigrati).

Chi sono gli immigrati
Significato del termine
Nel ’91 sono entrati in Italia migliaia di albanesi ecc.

Le cause di queste migrazioni
I paesi del Terzo Mondo non offrono lavoro
La povertà e la mancanza di lavoro costituiscono la prima spinta: questa è stata anche la causa delle emigrazioni degli italiani alla fine dell’800 e all’inizio del ‘900
Migrazioni di popoli sono avvenute molte volte nella storia dell’umanità: nei prossimi decenni milioni e milioni di persone si sposteranno verso il nord del mondo ecc.

Le reazioni degli italiani
Rare reazioni razzistiche
Sono avvenute reazioni quando sono stati lesi interessi personali o economici
I cittadini protestano contro le tendopoli nei loro quartieri
I negozianti protestano contro i venditori ambulanti senza licenza: lotte economiche più che razzistiche
Protesta per l’assegnazione di case agli immigrati, quando molti italiani sono ancora in attesa di un’abitazione ecc.

Problemi che gli immigrati incontrano in Italia
Molti non trovano lavoro o vivono di espedienti (lavano i vetri delle macchine, vendono oggetti per le strade: sigarette, monili, articoli di contrabbando o contraffatti)
Fanno i lavori più umili, scartati dagli italiani (p. e. nelle campagne e negli altiforni)
Alcuni vivono in camper o roulotte o addirittura in una macchina
Vivono tra loro, isolati dalla popolazione ecc.


Soluzione ai problemi degli immigrati
Ci si sforza di farli integrare
Il governo italiano ha fatto delle sanatorie per mettere in regola gli immigrati illegali
Sono stati organizzati corsi di italiano
Si cerca di distribuirli nel tessuto cittadino per favorire l’integrazione ecc.

NB: potete servirvi di queste categorie di raggruppamento: definizione del fenomeno; cause; come si manifesta; problemi e conseguenze; proposte di soluzione.

E ADESSO...PROVATE UN PO' VOI

ESERCIZIO:
Classificate i seguenti titoli e, dopo aver stilato una lista disordinata di idee, provate a stendere a scelta una scaletta a lista o per frasi.

1) Da qualche anno imperversano nei palinsesti televisivi i cosiddetti reality show, programmi che registrano e trasmettono situazioni drammatiche e umoristiche non dettate da un copione, ma sperimentate e vissute dai protagonisti come si trattasse della loro vita reale. Al clamoroso successo del genere si accompagna da tempo un'ondata di contestazioni: stando alle critiche, in primis i reality mostrerebbero una realtà ben distante da quella tangibile nella vita di tutti i giorni; in secondo luogo diffonderebbero messaggi
amorali, inadatti ad un pubblico giovanile. Secondo il parere del neurologo Rosario Sorrentino
, membro dell'Accademia Americana di Neurologia, alcuni reality show tenderebbero addirittura a far perdere il contatto con la vita reale, a ridurre l'autostima dei giovani e a causare in loro un senso di insicurezza, fino alla pericolosa modificazione dei comportamenti alimentari (anoressia, bulimia). Qual è la tua opinione in proposito?

2) Il bullismo nella scuola

venerdì 15 febbraio 2008

IMPARIAMO A SCRIVERE UN TEMA ARGOMENTATIVO

Dovete scrivere un tema argomentativo e non sapete da dove cominciare?
Ecco una breve presentazione delle sue caratteristiche.

IL TEMA ARGOMENTATIVO


ELEMENTI STRUTTURALI TIPICI

È in discussione un PROBLEMA.
Es.: “È bene chiudere le città al traffico privato?”
Chi scrive ha una sua opinione da sostenere, detta TESI.
Es.: “Sì, è bene”.
Per farlo porta delle prove, dette ARGOMENTI.
Poiché sul problema esistono tesi diverse, chi scrive può controbattere : ecco l’ANTITESI.
Quest’ultima è costituita da argomenti contrari, chiamati OBIEZIONI.



COME ARTICOLARE IL TEMA

Introduzione (presentazione del problema: definizione, cause, manifestazioni, conseguenze)

Svolgimento (in questo caso l’argomentazione) Elaborate subito la vostra tesi/opinione sull’argomento e progettate l’argomentazione: potete presentare prima la vostra opinione con elementi a favore, per poi citare le obiezioni che vi muoverebbe chi sostiene le altre tesi; oppure potreste elencare prima le altre tesi per poi confutarle ed esporre infine la vostra opinione.

Conclusione (potete proporre una soluzione, ribadire la vostra opinione, aprire un’altra questione più complessa ecc.)


CON QUALI TIPI DI RAGIONAMENTO ARGOMENTARE?

a) ragionamento induttivo
procedimento frequentissimo, basato sull’esperienza e sulla sua estensione generalizzata: da un certo numero di fatti si trae una regola universale.
b) ragionamento deduttivo
da una definizione universalmente accettata (luogo comune, proverbio, sentenza) se ne ricavano conseguenze specifiche, particolari, valide nei casi considerati.
c) l’argomento d’autorità
è la regola dell’IPSE DIXIT, intesa come autorità morale, esperienziale o competente; per noi potrebbe essere un insigne studioso o una voce del passato.
d) l’argomentazione per mezzo dell’esempio
è un tipico argomento “per accumulo”. Maggiore è la quantità di esemplificazione ad hoc prodotta, migliori sono le probabilità di persuasione nei confronti dell’uditorio. E’ una tecnica molto elementare, popolare, diffusa, tuttavia l’attenzione va posta non solo sulla dovizia dei casi ma anche sulla loro “qualità”, sulla aderenza rispetto alla materia sub iudice.



ORDINE DEGLI ARGOMENTI E CONDIZIONAMENTO DELL'UDITORIO

1. ORDINE DECRESCENTE dal più forte al più debole es. E’un bravo ragazzo, ma non studia.
2. ORDINE CRESCENTE dal più debole al più forte: Non studia, ma è un bravo ragazzo
3. ORDINE NESTORIANO l’argomento debole è in mezzo, e per questo sminuito: E’sempre gentile con tutti; non studia ma è un bravo ragazzo



LA FORZA DELL’ARGOMENTAZIONE si accresce con:
§ l’impiego di un lessico valutativamente orientato Es cfr: il povero micino finì sotto le ruote del camion; il gatto fu investito dal camion
§ l’interrogativa retorica Es: Possiamo tollerare queste ingiustizie?



E ADESSO...PROVATE UN PO' VOI!

Vi inserisco una traccia di tema argomentativo: provate a svolgerlo tenendo conto delle caratteristiche sopraelencate.

I numerosi fatti di cronaca nera che hanno interessato recentemente l’Italia vengono spesso seguiti passo a passo dai mezzi di informazione, che aggiornano quotidianamente l’opinione pubblica sull’andamento delle indagini e sui loro protagonisti, intervistano esperti del settore, seguono le ripercussioni emotive del caso. Esprimi il tuo parere su questo modo di fare informazione, cercando di cogliere sia gli aspetti positivi che quelli negativi di questa scelta.